Bentrovati a tutti.
Oggi voglio aggiungere parole più belle delle mie...
Alioune Diop, poeta senegalese
Noi siamo qui per affermare solennemente il nostro diritto e la nostra volontà
di condividere con gli altri la responsabilità della cultura universale,
e l'universale, per sua natura non può che essere la sintesi
della nostra qualità nella nostra diversità.
Noi
di Gualtiero e Isa Bertelli
"Noi che sui moli per cent'anni / di voci sparse e silenzi nelle attese / di pianti, che tutto si può piangere / speranze aperte e vite amare spese / Noi che nella scia di cento navi / di giorni lunghi, tracce sparse al sole / abbiamo appeso al colmo di ogni prua / stracci di sorrisi e di parole / Speranze appese e stracci di sorrisi / vite amare spese di parole / passi stesi intorno alla stazione / per figli dottori e case nuove. / Noi che abbiamo venduto i nostri figli / comprato sogni spenti all'imbrunire / e abbiamo accolto uomini già vinti / tornati alla terra per morire / Noi da sguardi freddi e pane duro / cresciuti di violenze senza nome / di cose amare e armati di paure / di passi stesi intorno alla stazione / Speranze appese, stracci di sorrisi / vite amare spese di parole / passi stesi intorno alla stazione / per figli dottori e case nuove. / Noi che con le mani o nelle strade / soldi avvelenati e salvatori / odiato prezzo dato e mal pagato / per case nuove e figli dottori / Ora dalle tavole imbandite / con la memoria corta, addormentata / abbiamo fretta di ricominciare / dall'altra parte della barricata.Voglio cantare canti in nuove lingue / e ascoltare suoni mai suonati / voglio toccare gesti in nuovi giochi / perdermi con ritmi mai danzati / Voglio sentir pregare in cento lingue / cento dei diversi eppure uguali / voglio veder giocare cento giochi / da uomini diversi eppure uguali.
Cento dei diversi eppure uguali / uomini diversi eppure uguali."
A incontrarsi non sono le culture, ma uomini plurali, che innescano altre pluralità
Luigi Perrone
Informazioni personali
martedì 20 febbraio 2007
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Itaca
Quando ti metterai in viaggio per Itaca / devi augurarti che la strada sia lunga, / fertile in avventure e in esperienze. / I Lestrigoni e i Ciclopi / o la furia di Nettuno non temere, / non sarà questo il genere di incontri / se il pensiero resta alto e un sentimento / fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. / In Ciclopi e Lestrigoni, no certo, / né nell’irato Nettuno incapperai / se non li porti dentro / se l’anima non te li mette contro. / Devi augurarti che la strada sia lunga. / Che i mattini d’estate siano tanti / quando nei porti - finalmente e con che gioia - / toccherai terra tu per la prima volta: / negli empori fenici indugia e acquista / madreperle coralli ebano e ambre / tutta merce fina, anche profumi / penetranti d’ogni sorta; più profumi / inebrianti che puoi, / va in molte città egizie / impara una quantità di cose dai dotti. / Sempre devi avere in mente Itaca - / raggiungerla sia il pensiero costante. / Soprattutto, non affrettare il viaggio; / fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio / metta piede sull’isola, tu, ricco / dei tesori accumulati per strada / senza aspettarti ricchezze da Itaca. / Itaca ti ha dato il bel viaggio, / senza di lei mai ti saresti messo / sulla strada: che cos’altro ti aspetti? / E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. / Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso / già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
Costantino Kavafis
Dedicato a tutti i viaggiatori dell'anima
Ippogrifo
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